Un mese dopo l’alluvione di Anzola
E’ passato più di un mese dai giorni in cui le acque fuoriuscite dal Torrente Lavino e dal Rio Cavanella hanno devastato alcune aree del ns. territorio che fino a quel momento era fra i pochi comuni della Provincia di Bologna a non essere stato toccato da tali eventi.
L’impotenza che si prova di fronte alla forza dell’acqua è solo l’anticipazione di cosa si deve affrontare successivamente per cercare di porre rimedio alla devastazione prodotta.
Il territorio più urbanizzato del nostro comune, che gravita quasi totalmente a ridosso della Via Emilia si ritrova attraversato da corsi d’acqua che si trasformano in brevissimo tempo da tranquilli luoghi di passeggiate a torrenti impetuosi con potenziali rischi idraulici.
Le precipitazioni eccezionali del 17 e 19 ottobre scorso hanno interessato i torrenti al punto da occuparne totalmente la sezione di deflusso, facendoli tracimare in diversi punti che a Lavino di Mezzo , nel Capoluogo e nei pressi di San Giacomo del Martignone hanno prodotto rotture arginali.
Cosa fa la Protezione Civile
La nostra Associazione di Protezione Civile in collaborazione con l’Amministrazione del Comune di Anzola monitora costantemente gli eventi meteorici previsti già dalla misurazione delle precipitazioni e successivamente ne verifica gli effetti sui livelli idrometrici all’interno dei torrenti.
Questi dati vengono rilevati direttamente tramite WEB dai siti specializzati degli enti gestori dei corsi d’acqua e costituiscono i segnali di allarme per le previsioni degli effetti.
L’esperienza dell’alluvione avvenuta nel Capoluogo nel maggio 2023, ci ha permesso di essere sui luoghi, già allagati in quella data, prima dell’arrivo delle acque, ma nonostante la posa di cordonature di sacchi ove possibile, la quantità e la violenza delle acque hanno reso vano tale intervento.
Oggettivamente bisogna riconoscere che in momenti del genere l’unica cosa che noi volontari possiamo fare è la posa di cordonature di sacchi che risultano però assolutamente insufficienti a fronteggiare livelli d’acqua superiori a qualche centimetro.
Quando un evento non si era mai verificato
Nel caso poi dell’esondazione del Lavino, dovuta alla rottura dell’argine su Via Mazzini nel Comune di Zola Predosa, ci si è confrontati con la mancanza di dati storici.
Relativamente all’operato di questa Associazione, che è stata oggetto di tanti ringraziamenti e altrettante critiche, ci sentiamo di dover far notare che la sicurezza idraulica del territorio non può dipendere o essere controllata, neppure marginalmente, dal Volontariato che, per definizione, collabora con gli enti competenti e opera su richiesta degli stessi.
Concludendo
Non è possibile pensare che l’Associazione Volontariato Protezione Civile di Anzola dell’Emila possa arginare gli effetti di un’esondazione con i sacchi di sabbia o possa fornire gli stessi preventivamente a tutti i cittadini che ne fanno richiesta.
Altresì, successivamente agli eventi calamitosi, i Volontari di Anzola collaborano, in modo attivo e costante, con l’Amministrazione Comunale di Anzola dell’Emilia nonché, operando in rete, con i Volontari di altri comuni o regioni (sotto il coordinamento delle stesse), al ripristino dei luoghi utilizzando le attrezzature che hanno in dotazione e, soprattutto, buona volontà e spirito di sacrifico.
Siamo stati e saremo sempre a disposizione di coloro che riterranno di richiedere il nostro aiuto.