La grande solidarietà delle famiglie anzolesi per i profughi del Polesine
Tragedia del Polesine
Il 14 novembre 2021 ricorrono i 70 anni dalla tragedia del Polesine, l’alluvione che provocò tanti morti e danni immensi per quella zona.
Anzola dell’Emilia, insieme a tanti altri Comuni emiliano-romagnoli, si distinse per una grande e concreta solidarietà. Nel novembre del 1951, dopo l’alluvione devastante del Polesine, la Camera del Lavoro di Anzola inviò volontari con autocarri e barche (da “L’Unità” del 17 novembre 1951, pag. 6).
Accoglienza dei profughi
Ma un’altra iniziativa ancora più importante fu l’accoglienza, organizzata dalla prefettura di Bologna e dal Comune di Anzola dell’Emilia, di 20 famiglie di profughi del Polesine presso altrettante famiglie anzolesi.
Cos’era successo? Il 14 novembre del 1951 il Po ruppe gli argini prima a Paviole di Canaro e poi a Malcantone di Occhiobello. Non erano ancora scoccate le 8 di sera quando le acque fangose del grande fiume con la loro violenza devastatrice sommersero tre quarti del Polesine. Il bilancio fu tragico: 84 le vittime. Altre tre persone decedute per altri motivi. Migliaia di capi di bestiame annegati. Case distrutte. Chilometri e chilometri di strade rese impraticabili. Danni immensi che si aggiungevano a quelli causati dall’ultimo conflitto mondiale.
Aiuti internazionali
Contemporaneamente scattò anche un’incredibile catena di solidarietà che coinvolse il mondo intero. Arrivarono aiuti dall’Urss agli Stati Uniti, dalla Corea al poverissimo Afghanistan. Fu una gara che venne poi ricordata con l’intitolazione del piazzale della stazione ferroviaria alla Riconoscenza.
Media e solidarietà
L’alluvione del Polesine è ricordata anche come uno dei primi grandi eventi catastrofici seguiti dai media. La neonata televisione italiana fece i primi reportage filmati, contribuendo alla messa in moto di una delle prime macchine della solidarietà.
Appello di Ingrid Bergman
L’appello (in italiano) per la solidarietà ai cittadini del Polesine dell’attrice Ingrid Bergman