La rottura del Samoggia e l’alluvione del 1966
Tra il 4 e l’8 ottobre 1996 si verificarono piogge molto intense nell’area modenese, bolognese e romagnola, con ingenti danni alle colture e alle infrastrutture territoriali.
In provincia di Bologna le precipitazioni ebbero una intensità straordinaria: nel comprensorio della Bonifica Renana si hanno in media 115-145 mm di pioggia in 48 ore, con la rottura degli argini del torrente Samoggia nei pressi di San Giovanni in Persiceto e numerose tracimazioni di torrenti, quali il Gaiana e il Sillaro.
Fu una pioggia intensa in quelle 48 ore. Ma per chi banalizza ciò che è accaduto sabato 19 ottobre 2024 occorre ricordare che vi è stata una precipitazione molto maggiore, che non ha precedenti: 160 millimetri di pioggia in 24 ore.
L’intero sistema idrico di scolo, fossi e canali, è messo a dura prova: la rete non trova sfogo anche per le contemporanee piene del Reno e del Samoggia. Estese aree in corrispondenza della Trasversale di Pianura, alcuni chilometri a nord di Bologna, risultano allagate.
Durante la notte tra l’8 e il 9 ottobre è disposta la chiusura della linea ferroviaria Bologna-Verona all’altezza del ponte sul Lavino.
Nella notte del 9 ottobre 1996 alle ore 1.30 si ebbe in località Zenerigolo la rottura dell’argine sinistro in tre punti adiacenti, dalla sommità alla banca inferiore per circa 9 m, in seguito di infiltrazioni favorite dalla presenza di tane di tassi. Fuoriuscì una quantità d’acqua stimata in circa 7.5 milioni di mc che allagarono circa 586 ha di terreno. Furono allagate alcune strade e case sparse nelle frazioni di Zenerigolo, Lorenzatico e Biancolina per un totale di 97 unità immobiliari e 327 residenti. Alcune famiglie vennero evacuate ed ospitate presso la palestra comunale “Tirapani”. Si costituì una “Unità di Crisi” presso il comune di San Giovanni in Persiceto, fu realizzato un intervento di somma urgenza all’altezza del pilastrino n. 45 e successivamente venne finanziato un intero tratto compreso tra il pil. 40 ed il pil. 52 per il ripristino della livelletta della sommità arginale. L’acqua defluì in gran parte attraverso il Collettore Acque Alte nel corso della giornata del 9 ottobre.
L’11 ottobre fu dichiarato nella provincia lo stato di emergenza. Eccezionali precipitazioni, simili a queste per intensità, si ripeteranno nel mese di dicembre.
“Proprio i Volontari di Protezione Civile costituiscono un esempio formidabile di come sia possibile per i Cittadini essere parte attiva nella difesa del territorio. Basti il fatto che, negli ultimi anni, l’intervento dei Volontari di Sala ha evitato, in almeno tre occasioni, gravi rotte nell’argine destro del Samoggia”
(dal libro “Tra Reno e Samoggia: soluzioni per due fiumi”, Polis, 1999)
In questo servizio Rai Emilia Romagna le impressionanti immagini degli allagamenti:
(informazioni dalla pagina FB del Comune di San Giovanni in Persiceto e dall’Archivio-Biblioteca Salaborsa)
Grazie a Valerio Toselli per questo ricordo di un evento drammatico che coinvolse, in misura diversa, i Comuni di Terred’Acqua.
Sono trascorsi 58 anni da quel 4 Novembre 1966, quando una parte del territorio del Comune di Sala Bolognese fu invasa dalle acque del fiume Reno, in seguito alla rottura dell’argine sinistro avvenuta in località Castel Campeggi, e del torrente Samoggia, a causa della rottura dell’argine destro in località Forcelli e in località Lorenzatico.
Proprio in quei giorni drammatici, caratterizzati però da grandi azioni di solidarietà e forte senso di Comunità, apparvero evidenti le necessità di dotarsi di quegli adeguati sistemi di protezione idraulica e di Protezione Civile che conosciamo oggi.